L'artificiere democratico

16 gen 2009 18:18 , , 0 Comments

Riflettendo sugli eventi recenti che mi hanno visto coinvolto, di questi ultimi tempi, in quanto amministratore di un forum e rappresentante degli studenti del mio corso di laurea, nonché partendo da riflessioni sulla politica italiana dell'ultimo periodo in materia di istruzione, m'è venuta in mente questa storiella molto banale.
Ci troviamo in un grande complesso aziendale, fuori città. In uno degli uffici, squilla il telefono. È un addetto del servizio di sicurezza, che ha appena trovato un timer collegato a quello che sembra essere un ordigno artigianale, nel piano sotterraneo dell'edificio. A rispondere, invece, è un impiegato anziano, assunto da poco, con un passato da artificiere, che immantinente riattacca la cornetta e si fionda sul luogo.
Ad attenderlo, due responsabili della sicurezza, tre operai ed una donna, addetta alle pulizie. Questi sono tutti al contempo terrorizzati ed incuriositi, pronti ad uscire e dare l'allarme in caso di necessità.
L'artificiere osserva l'ordigno con attenzione e scuote il capo, in segno di disfatta: manca un minuto all'esplosione.
C'è una speranza. l'artificiere scopre che l'ordigno è collegato al timer da due fili principali, attorcigliati tra loro.
Il dilemma è classico: un filo rosso ed uno blu, ed un paio di forbici prese dagli arnesi della donna delle pulizie. Uno è quello che collega il timer all'ordigno, l'altro è quello che lo innesca. Ma non c'è nulla che offra al professionista, in così poco tempo, abbastanza informazioni sul da farsi. Ne deve tagliare uno, ed in fretta.
Ora, l'artificiere è un convintissimo democratico, e per non escludere nessuno dei presenti da una decisione tanto importante, quali le stesse vite dei sei presenti (e dell'intero complesso aziendale), chiede a tutti quale scegliere tra le due opzioni. Sommando le proposte con la sua, sette in totale, sceglie il filo (solitamente viene tagliato il rosso nei paesi occidentali, il blu in quelli orientali ed ex-sovietici). La probabilità che l'ordigno esploda è intorno al 50%. Ma... Ka-boom!!
Il dado è tratto, e sfortunatamente il filo corretto era l'altro. A breve giungeranno sul posto i giornalisti.

Se invece l'artificiere avesse escluso gli incompetenti del settore, avrebbe forse anche scoperto che uno dei due addetti alla sicurezza presenti, in gioventù, ha lavorato come elettricista; e che, se interpellato, avrebbe avuto un consiglio da dare per congelare, con buona probabilità (quindi senza certezza assoluta) il timer, all'apparenza rudimentale, garantendo almeno qualche ora per permettere l'evacuazione dell'edificio e l'arrivo di altro personale per il disinnesco. Le probabilità di salvezza, insomma, sarebbero state di gran lunga maggiori.

Questo è ciò che spesso accade in democrazia; si bada spesso a sentire l'opinione di tutti, perché la scelta riguarda tutti, per poi fare la scelta sbagliata (o rischiare di farla), piuttosto che quella di pochi e fare con buona probabilità la scelta giusta.
Questa “dittatura dell'ignoranza” è l'aspetto più temibile della democrazia, perché per decisioni estremamente complesse e parimenti importanti, le poche persone davvero competenti che conoscono la soluzione migliore vengono affossati dal mare magnum di idioti che finiscono poi per prendere la decisione errata.

Tratto dal mio vecchio blog.

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