Governo tecnico e governo politico (trova le differenze)

11 set 2012 00:57 , , , , , 2 Comments

Qual è la differenza tra governo tecnico e governo politico? Forse non lo abbiamo capito ancora molto bene neppure noi. Per fortuna, nella puntata di ieri di G’ Day – il programma di Geppi Cucciari in onda su La7, alla quale devo l’ispirazione per questo post – gli italiani hanno cercato di spiegarci negli intimi dettagli tecnici, politici e tecnico-politici alcune definizioni, analogie e differenze teoretiche e pratiche tra queste due forme di governo.
Mi sono permesso di estrapolare questo breve e divertente filmato per chiarire la situazione anche ai miei lettori, nello sventurato caso in cui si fossero persi la puntata.


Il governo tecnico “dovrebbe” aggiustare i tubi se c’è una perdita. Il governo politico dovrebbe, ma non fa un tubo. (92 minuti di applausi)

Ho riflettuto spesso su questo argomento, e sono giunto ad una conclusione molto banale: tutti i governi sono governi politici, e tutti i governi politici dovrebbero essere tecnici. Non solo per aggiustare i tubi, ma anche per evitare di non fare un tubo.
Mi spiego: che tutte le squadre di governo debbano in un certo qual modo essere tecniche, è un fatto assolutamente ovvio, laddove con ‘tecnici’ alludo semplicemente all’essere competenti ognuno nel settore all’interno del quale riceve l’incarico. Sembra completamente illogico assegnare il trono, che so, di un Ministero delicato come quello dell’Istruzione, ad un ex presidente della Rai – o, per dire, ad un avvocato (qualcosa mi dice che ho volutamente sbagliato esempi). Ci vuole un preside, oppure un professore, o comunque un bidello… qualcuno, insomma, che nella sQuola ci sia entrato qualche volta anche dopo il diploma. Questo immagino sia ovvio per tutti, al punto che quasi non ha senso neppure che lo scriva in questo post, né tantomeno che voi lo leggiate. Di questo passo, in breve, assegneremmo all’Economia un economista od un sociologo, alla Sanità qualcuno che sia entrato diverse volte in un ospedale non solo come paziente, e così via. Nel mondo di oggi la competenza è fondamentale – lo era anche ieri, ma un po’ di retorica bastava ad abbindolare anche il più scettico, tanto poi lo Stato offriva lavoro un po’ a tutti, e tutti erano contenti, anche se tutti i ministri facevano capo al Ministero Complicazione Affari Semplici.
Un governo politico, quindi, può non essere tecnico, ovvero può essere composto esclusivamente da politici. Che cosa sia un politico, non l’ho ancora ben capito, ma sono sicuro che un buon politico debba necessariamente essere un tecnico – nell’accezione, come ho già scritto, semplicemente di ‘competente’ nel suo settore; uno che abbia lavorato e che sappia quali sono i problemi concreti, e che non sappia esclusivamente accattivarsi l’elettorato. Quello che abbiamo tuttavia appreso dal governo del mio omonimo, è che anche i governi tecnici sono governi politici, lungi dalla falsa aura di neutralità che l’immagine del tecnico sembra promanare. 
Un bravo economista, ma anche un bravo professore, un bravo politologo, sociologo, matematico, ingegnere o tecnico che sia, può essere… di destra o di sinistra. Liberale o socialista. Può essere conservatore o credere fermamente nell’innovazione, può essere credente, ateo, agnostico, blasfemo o bigotto, oppure credere nel migliore dei mondi possibili. Il governo del mio omonimo, insomma, non è il governo tecnico in quanto tale, l’unica e possibile istanza del concetto platonico di ‘governo tecnico’. Trattasi invece di un governo tecnico, con delle idee politiche ben precise. Un governo tecnico, ma anche, e soprattutto, un governo politico. 
Un governo politico può non essere tecnico, ed i risultati dell’incompetenza li conosciamo bene. Ma un governo tecnico è necessariamente un governo politico.
Il titolo di questo post è volutamente provocatorio: di differenze rilevanti, dunque, non ve ne dovrebbero essere: la ‘tecnica’ non va affatto intesa come un’improbabile quanto robotica neutralità politica; lungi da questa idea malsana, anche il buon filosofo deve ammettere che la scienza, come la conoscenza, non è un fatto neutrale: un brandello di metafisica, di idealismi, di – sacrosante – opinioni personali non vengono spezzate neppure da un formulario di numeri o da un manuale di false certezze, né da dati oggettivi, che vanno comunque interpretati per permettere analisi e previsioni e ridurre la possibilità di errore. I tecnici non sono i gelidi manipolatori del mondo in quanto tale, ma semplicemente politici che hanno studiato un po’ di più dei politici, e che hanno lavorato un po’ di più dei politici – di poco tempo fa. Ma sono anch’essi, inevitabilmente, politici. 
Attenzione dunque: il mio omonimo triste e serioso è tutt’altro che imparziale solo perchè tecnico! Per quanto riguarda me… ahah, figuriamoci! Io con la politica non saprei da dove cominciare. Figuriamoci con la tecnica: non ho neppure idea di come si ripari un tubo! Ma forse non ho capito bene la domanda...

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