Il risveglio del Re del Mondo

23 mag 2011 11:43 , 2 Comments

Capita talvolta, alla coscienza del mattino che si desta dal sonno, di respirare i ricordi uno ad uno, nell'anamnesi dell'alba. Ti svegli e ti accorgi di avere un corpo: le gambe sono rannicchiate, le braccia tese e la testa accovacciata sul cuscino, e tutta la materia avvolta dal suono di uno sbadiglio interminabile – ci vuole infatti del tempo per capire di essere tornato il medesimo te stesso
Pensi a ciò che la tua identità sociale dovrà fare nelle ore che seguiranno direttamente, e così riscopri l'esistenza di centomila immagini distinte dalla percezione che hai di te: una sola immagine nuda, adagiata sul letto. Ma l'istinto torna alla prima sopravvivenza nel pensiero della colazione, mentre pian piano ricordi qual'è il tuo lavoro, cosa fai nella vita, perché stai per alzarti in piedi. Ti guardi attorno. Forse c'è la tua casa. Forse i tuoi cari sono vicini a te, o forse vivi in un ambiente lontano dalla tua casa e dai tuoi cari. Poni di nuovo in essere tutte le persone che conosci e che incontrerai nelle ore successive, le persone che ami e quelle che non incontrerai; sai quali sono quelle che ti mancano di più, ma devi ancora alzarti e preparare la colazione. Spesso c'è un attimo di felicità nell'accorgersi di come la vita che ha preceduto quel momento, fino all'ora in cui sei andato a dormire la sera prima, ha avuto un senso per arrivare in qualche modo fin lì. Una vita che un attimo prima di svegliarti non esisteva nella tua testa, ma persisteva nel mondo – sulla roccia delle cose hai costruito il sentiero che conduce a quella mattina e l'hai percorso tutto d'un fiato, un attimo prima di un lungo sbadiglio. Il riavvio dei sensi è avvenuto: risvegliare chi sei nell'attimo che precede il tuo mattutino immediato all'esistenza.
Ma io ti chiedo: cosa accade al pensiero del Re del Mondo quando si desta dal sonno? Egli possiede tutto ciò che è; ed anche ciò che egli non è, è suo. Il Re del Mondo apre i suoi grandi occhi e si accorge di avere un corpo grasso e ripieno, troppo grande per avere coscienza degli arti come un qualcosa di distinto dal tutto. Il suo letto è enorme, ed i suoi confini lontani gli impediscono di vedere l'orizzonte del mattino oltre l'oceano di lenzuolo. Ma in quella geografia c'è già una distesa di colazione servita. Forse tu penserai, come del resto fanno in tanti, che il Re del Mondo non si svegli affatto. Non è abbastanza neppure tutto il tempo che egli impiega per riportare alla sua mente: il suo castello, i suoi cani, la sua servitù, il suo denaro, le sue donne, il suo giardino, le sue auto, il suo paese, le sue strade, i suoi ponti, i suoi cittadini, i suoi mattoni, il suo esercito, i suoi campi, le sue armi, le sue foreste, le sue montagne, i suoi tramonti, le sue pietre ed i suoi sassi, la sua erba ed il suo cielo, e tutto ciò che egli possiede escluso ciò che il Re del Mondo ha già pensato; egli non può pensarlo in meno del tempo che impiegherebbe per vivere la sua giornata se non fosse ciò che egli è e non avesse nulla, e pertanto nulla a cui pensare. Forse per questo nessuno crede all'esistenza del Re del Mondo: egli non si può svegliare e rivolgere su di sé il suo stesso pensiero che è già il tempo di cadere di nuovo nel sogno di ricchezza che precede la coscienza.
Ma potresti non credere alle mie parole. Ci sono molte altre persone che pensano che il Re del Mondo abbia un corpo come il nostro ed un letto come il nostro. Forse le coperte sono più sgargianti e colorate, e forse la colazione si presenta al Re già pronta al mattino. Ma sicuramente anch'egli, nel ricordarsi ciò che è, nella lenta anamnesi mattutina, sente la mancanza di ciò che non può avere, poiché egli potrà per tutta la sua vita avere tutto ciò che ha tranne ciò che non possiede, e sarà quel vuoto il suo più grande rimpianto, come per tutti noi, che non siamo il Re del Mondo. 
Io, personalmente, ho sempre pensato che al mattino il Re del Mondo sia il più triste tra gli uomini. Ogni sua ricchezza è un'opulenta catena alla sua povera progettualità, ogni suo avere accumulato un limite al suo desiderio di possibile, ogni suo potere un bisogno che non può più essere sfamato. Per questo penso che ogni mattina egli speri di svegliarsi altrove, in un altro contesto, pensando di avere costruito qualcosa di modesto, il giorno precedente, da poter contribuire nel giorno che s'annuncia, come accade in ogni tua giornata.
Forse anche tu mi sai dire come si sveglia il Re del Mondo, ma non lo hai ancora pensato. Svegliati.

Luca Montini

Il blog del buon Monti: filosofo (br)ontologico, (mal)informatico, happy (true)metallaro, tuttofare museale e teatrale, videogiocatore impenitente, apprendista stregone.

2 commenti:

  1. Penso che ciascuno sia egualmente il re del mondo, tanto quanto è capiente la sua coscienza, compresi i re nel mondo, che hanno più cose e più belle, ma non più facoltà, pulsioni, esperienze: nessuno porta mai alla luce della propria coscienza nemmeno tutto il proprio mondo interiore, nemmeno nei momenti di massima tensione olistica e, anche lì, solo olisticamente sfocato; figurarsi una porzione considerevole delle cose e relazioni proprie!
    Anche tu, nella tua ben dettagliata esposizione, quante cose hai tralasciato, se non nel riportare quelle che ti sono balenate alla coscienza, di quelle che ti riguardano anche solo direttamente. Vivere è operare selezioni continue o discrete in base a dei complessi sistemi di attribuzione di valore e rilevanza.
    Non vi è relazione necessaria né sufficiente fra l'essere padroni degli oggetti di maggior rilevanza possibile e l'essere dotati di una elevata capacità di considerazione e ponderazione di tutto ciò che si riesce a trovare rilevante, né col rilievo con cui consideriamo noi stessi.

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  2. ...anche perché ricordarsi di 1/3 di 6 è ricordare 2, ricordarsi 1/8 di 48 è ricordarsi 6, ma ricordarsi 1/10 di infinito genera un paradosso ricorsivo in un personaggio paradossale, più che lecito anche senza troppe formalizzazioni, se si fa letteratura.
    In estrema sintesi, a voler esser tristemente realisti, il Re del Mondo non esiste, e se esistesse sarebbe una persona normale, che al mattino non può contenere tutto né la metà di tutto né un decimo di tutto quello che sa e che ha, come tutte le persone normali. Accipigna, chi l'avrebbe mai detto?
    Il mattino ha l'oro in bocca, ed il buon giorno si vede dal mattino.

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