C'è un semaforo che non se ne vuole andare mai

7 feb 2011 18:12 , 0 Comments

C'è un semaforo – Strada Torrette, dalla Statale Adriatica
volti a destra, venendo da Fano, e tiri dritto.
C'è un semaforo che non se ne vuole andare mai.
Lì la strada stringe. Troppo per due auto.
Lì ci sono i lavori. Da una vita – e non ho capito perché
si passa uno alla volta.
Decide il verde, che è preceduto dal giallo
– e non ho capito perché
tutto sotto all'autostrada.
È un semaforo provvisorio.
Quello dei lavori in corso.
Siamo a febbraio, ed è lì da prima dell'estate
(o forse prima ancora?)
la più lunga della mia vita
e si passa sempre uno alla volta
in fila
come ai cancelli dell'inferno.
Decide il verde.
Sali per la collina, qualche metro
e poi la Strada Belvedere,
a sinistra. La ignori.
È una porta, che quel semaforo sorveglia
uno strettissimo passaggio sotto il ponte
pochi metri, che non servirebbe neppure
che ti apre all'universo – panorama
lontano: quello è il tuo mondo
un po' spostato a sud, e poi lungo le mura,
dal Bastione alla Rocca, e da giù fino a Pesaro.
Tutto in uno sguardo
hai oltrepassato quel semaforo.
Quindici minuti, o forse meno, ed hai già visto tutto.
Sei di nuovo sulla rotatoria, sul Ponte Metauro.
Perché quel semaforo non è lo spazio né il tempo
è solo una triste ripetizione, di qualcosa
che non se ne andrà mai.
Ma quando lo oltrepassi, come ogni porta
ogni passaggio o sentiero oscuro,
ecco, dopo una salita lo vedi:
non c'è un mondo che non valga qualche minuto di attesa
interminabile come una vita
davanti al rosso.




Luca Montini

Il blog del buon Monti: filosofo (br)ontologico, (mal)informatico, happy (true)metallaro, tuttofare museale e teatrale, videogiocatore impenitente, apprendista stregone.

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